Nuovo invito a non tradurre albergo diffuso

Ci sono parole che se tradotte perdono una parte del loro significato, e soprattutto perdono le radici, e tolgono valore e unicità a quanto si vuole comunicare e proporre.

E’ una scelta che ho sperimentato molti anni fa con l’idea dell’”albergo diffuso”, comunicata inibendo ogni tentativo di traduzione.

In un mercato superaffollato di termini standard globali, la scelta dell’Albergo Diffuso di comunicarsi in italiano è stata vincente, e ha dimostrato, ancora una volta, quanto la nostra lingua sia amata, e quanto sia in grado di comunicare “da sola” una proposta e una atmosfera particolare, legata al nostro paese e al nostro stile di vita.

Per questo, da diverso tempo chiedo agli albergatori, anche a quelli che hanno “hotel verticali” che partecipano ai miei seminari, di fare altrettanto. Ed è dunque con piacere che vedo che sono sempre di più le strutture ricettive che hanno deciso di non utilizzare il termine “hotel” nella loro comunicazione e di puntare sul termine “albergo”, una parola italiana che comunica immediatamente una proposta di ospitalità con le radici nella nostra cultura.

Segnalo con grande soddisfazione che anche uno degli alberghi italiani più belli e prestigiosi – ed al quale sono particolarmente affezionato – ha deciso di sottolinare questa scelta mettendo la parola albergo nella propria insegna: il Villa Cimbrone di Ravello!

Giancarlo Dall’Ara

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