Io resto in Montagna: l’AD Casa delle favole

“Io resto in montagna”: giovani alle prese col futuro

articolo di Filippo Mulazzi

Recuperare e ristrutturare un borgo della montagna piacentina, trasformandolo in un “albergo diffuso”. È l’idea che venne nel 2011 ad Alessandro Mainardi, 30enne di Ferriere, che ha ridato impulso alla frazione di Perotti, a pochi chilometri dal capoluogo dell’Alta Valnure.

“I miei bisnonni erano originari di Perotti – spiega Alessandro, geometra – così 12 anni fa i miei genitori e mio zio incominciarono a ristrutturare nel paesino un paio di case dei nostri “vecchi”. Nel frattempo io facevo il pendolare a Piacenza per studiare: decisi che sarei rimasto a vivere sulle nostre montagne”. Dal recupero delle case degli avi, nasce l’idea di acquistare anche quelle vicine. “Abbiamo pensato di recuperarne anche altre. Ci siamo informati e ho scoperto la possibilità di dare vita a un albergo diffuso”.

Cos’è un albergo diffuso? “Offriamo tutti i classici servizi alberghieri – pernottamento, colazione e pulizie su una serie di case e appartamenti disposti in orizzontale, che permettono di vivere la realtà di un borgo. Gli ospiti vengono immersi nella realtà del posto, entri a far parte della vita quotidiana del borgo”. E così l’albergo diffuso “Casa delle Favole” viene inaugurato nel giugno 2011: ora è composto da 7 casette con cucina – denominate in dialetto cà du fuien, da bellura, du luv, du tass, de rondanen, da vurp, da surgna – e una con camere e bagni – cà da levra -, più una reception. Perché rischiare un’avventura imprenditoriale in un luogo un po’ dimenticato?

“Vivere qui – riflette Alessandro – mi è sempre piaciuto. Sono stato fortunato che avevo comunque un lavoro sicuro da geometra nello studio di mio padre. Accanto a questo impiego ho deciso di lanciarmi in questa impresa, per creare un’attività in zona e risvegliare un paese. Purtroppo è da un decennio che vediamo un trend sempre più negativo di presenze in montagna: ormai anche chi possiede una seconda casa, decide di venire sempre meno nel weekend, e la sfrutta solamente nel periodo estivo e al massimo durante le vacanze di Natale e Pasqua”. I privati fanno già molto per provare a richiamare gente in zona. “Bisogna implementare il turismo e la rinascita di questa zona. Dove c’è turismo, c’è speranza. Purtroppo tutti i territori montani della nostra regione – il parmigiano, il reggiano, il modenese – offrono molti più servizi rispetto all’Appennino piacentino. Ri-schiamo di avere un territorio disabitato fra qualche anno”.

Il trentenne imprenditore impegnato anche nel ruolo di consigliere comunale a Ferriere – vive sulla propria pelle i problemi di tanti coetanei. “Sono consapevole che la nostra generazione rischia di vedere solamente le briciole di una vera pensione solo dopo i70 anni. C’è anche la possibilità di non vederle affatto”. L’Inps ha messo a disposizione un servizio online: è possibile calcolare – abbastanza facilmente – la propria pensione stando semplicemente al computer. È una cosa utile conoscere già adesso cosa vi aspetterà fra 30 o 40 anni? “Meglio non pensarci – riflet-te Alessandro -, ci sono già troppe preoccupazioni legate al presente. È vero che non si può neanche vivere giorno per giorno, però neanche fasciarsi la testa ragionando su cosa succederà fra così tanti anni…Certamente un sentimento che viviamo quotidianamente è la rabbia verso un sistema che ha esagerato troppo nei decenni scorsi: baby- pensionati a 30 anni, vitalizi ai politici, triple pensioni ai manager. Mi sembra normale che, alla luce di tutto ciò, ci siano buchi nell’Inps. Come si fa a gestire un sistema previdenziale così? È destinato a scoppiare, abbiamo sul groppone troppi privilegi da mantenere”.(…)

Filippo Mulazzi

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