Febbraio 2012
Silvia Badriotto ha pubblicato un bel reportage sul fenomeno dell’albergo diffuso (teoria e pratica) nel web magazine Fare Turismo. Letizia Palmisano, giornalista ambientale (www.letiziapalmisano.it), ha pubblicato una bella intervista sui temi dell’Albergo Diffuso e della sostenibilità nella rivista “Stile Naturale” (http://stilenaturale.com). Giovedì 23 febbraio Seminario sull’AD, con Giancarlo Dall’Ara in Trentino, se siete interessati chiedetemi il programma. Altri seminari sono in calendario per il prossimo mese di marzo nel Cilento, mentre in aprile si terrà la consueta Assemblea Nazionale degli Alberghi Diffusi. Quest’anno, infine, è previsto il 3° Convegno Nazionale dell’Ospitalità Diffusa. Tutti gli aggiornamenti su questa pagina o nel blog http://albergo-diffuso.blogspot.com
Dall’intervista di Letizia Palmisano pubblicata sul Magazine Stile Naturale
Il turismo è un danno o un valore aggiunto l’ambiente?
Può essere l’una e l’altra cosa. Un bosco può scomparire se ci si costruisce un villaggio turistico. Ma si valorizza se si utilizzano le vecchie case “forestali” creando poi delle reti di ospitalità diffusa e generando un movimento turistico quantitativamente non di grandi dimensioni però composto di persone motivate, sensibili all’ambiente. Così può essere negativo in un borgo se si costruiscono alberghi, si dà vita circuiti di negozi monomarca, stravolgendo i bar tradizionali sostituendoli con locali asettici e creando eventi “calati dall’alto”. In generale è nocivo se promuove uno stile di vita che impatta negativamente nella comunità locale e lo fa diventare un “non luogo” asettico e sostituibile. Ma è invece un contributo positivo se mette in rete ciò che esiste già e lo organizza allo scopo di incontrare le aspettative di chi viaggia nel rispetto delle regole di tutela ambientale, magari con un servizio di informazioni “responsabilizzanti” affinché i turisti stessi siano stimolati a riconoscere e rispettare le risorse locali. Questo approccio al turismo, che vede nelle varie forme di Ospitalità Diffusa degli alleati, può dare vita ad una vera industria senza ciminiere che genera reddito, crea occupazione, ed è a tutti gli effetti un contributo per fermare lo spopolamento dei borghi e dei centri storici.
Gli AD possono essere un modello di sviluppo economico e territoriale anche in questi anni di crisi economica?
Nel turismo la crisi è di gran lunga inferiore rispetto agli altri settori, anzi la domanda, anche se è molto cambiata, non dà cenni di contrazione. In ogni caso, il ritmo di incremento degli AD – pur essendo un fenomeno ancora molto ridotto – è significativo: nel giugno del 2011 erano 47 gli AD riconosciuti dall’Associazione nazionale , oggi sono 57, su un totale di un centinaio di strutture attive in Italia. Più in generale, poiché gli AD propongono agli ospiti il territorio e lo stile di vita di un luogo, per promuovere il turismo nei borghi e negli AD non si chiedono investimenti particolari, ma semplicemente di puntare sui servizi ai residenti, perché gli ospiti degli AD sono, e vogliono essere considerati, a tutti gli effetti “residenti temporanei”.
Dunque anche in un periodo critico la formula dell’AD sembra essere quella più adatta per dare vita a sistemi di ospitalità e a forme di reddito.
Stralcio dell’intervista di Silvia Badriotto (Nuovi Turismi) a Giancarlo Dall’Ara pubblicata su Fare Turismo
1. Come e perché aprire un AD e avere successo nel mercato
Uno dei punti di forza del turismo nel nostro Paese è dato dallo stile di vita dei luoghi, dei borghi, dei centri storici in particolare. L’Albergo Diffuso è una proposta che nasce proprio per offrire questa atmosfera di vita che piace e ha mercato sia in Italia che all’estero. Penso in particolare a chi vive in città o a chi ha già fatto esperienza di viaggi in giro per il mondo e cerca qualcosa di più vero. Un AD non vende camere in senso stretto, ma luoghi da vivere come residenti, sia pure temporanei. Le camere di un AD infatti sono camere vere, non sono costruite apposta per turisti, e così il resto dei servizi, che sono gli stessi identici servizi che si trovano in un albergo, con la stessa professionalità, condita magari con un po’ in più di sapore locale. La Hall è spesso una piazzetta, o un vicolo. Ricordo ancora quando alla fine degli anni ’90 in un piccolo paese della Sardegna una gentile signora mi chiese qualche consiglio per il suo progetto di B&B, e le dissi “l’Italia è piena di B&B, ed è anche piena di alberghi. Se davvero ti vuoi far notare, insomma se ti vuoi “posizionare”, apri un Albergo Diffuso, ce ne sono pochissimi, e a differenza degli altri sono una proposta di ospitalità tutta italiana”. Ecco, a chi fosse interessato farei lo stesso discorso anche oggi. Gli AD sono e saranno sempre pochi, poche centinaia per intenderci, perché non è facile trovare un gestore davvero capace di avviare una struttura che sembra più un romanzo che un albergo tradizionale. Con tutti i vantaggi che ne derivano per chi sposa questo modello e lo fa proprio.
Quali sono i benefici per lo sviluppo locale? Un AD è a tutti gli effetti un piccolo volano di sviluppo perché genera filiere, reti. Reti tra proprietari di case, tra piccoli produttori locali, reti con il volontariato, con l’Ente Locale, con il museo del territorio ecc. Se si vuole vendere l’autenticità, questa è la strada. Prodotti locali, prodotti tipici, iniziative per residenti, non per turisti, come quelle dell’associazionismo di identità, non possono mancare. In cambio, a differenza delle proposte extralberghiere, la stagionalità è molto più ampia. Il 90% degli AD conta su una apertura annuale, mentre le case per turisti faticano a fare tre mesi di stagione. Tutto questo grazie al sistema di alleanze locali, che trovano spesso in un AD un punto di riferimento chiave, grazie al fatto che un AD è gestito come una impresa e può contare su un motore commerciale proprio.
Quali sono i vantaggi di un AD? Per la comunità locale il vantaggio principale è dato dal recupero di immobili e dall’arrivo di turisti nell’area. Per i proprietari degli immobili e per molti residenti il primo vantaggio è nel valore delle case, che il giorno prima dell’apertura di un AD cresce sensibilmente. Ci sono poi da considerare i nuovi occupati, e soprattutto il clima fiducia che deriva dalla valorizzazione dell’area, del centro storico. Spesso in Italia sono i residenti i primi a non comprendere il valore turistico, ambientale o culturale dei beni dell’area. Se nasce un AD, improvvisamente ci si accorge di quanto il territorio sia importante. In molti Comuni, dopo l’apertura dell’AD, l’Ente Locale ha capito che l’investimento promozionale più significativo era quello di migliorare i servizi per i residenti e l’arredo urbano, e anche questi sono i vantaggi generati da un AD e immediatamente percepibili.