Community-Based Tourism e l’albergo diffuso in Carnia

Vi propongo le conclusioni della tesi di Laurea di Elena Agnoletto, Francesca Capece, Margot Mizzau, Jacopo Renosto e Giada Tolazzi.

“Quest’analisi ci ha dimostrato quanto sia difficile riuscire a sviluppare una forma di Community-Based Tourism che rappresenti un beneficio per tutti gli attori locali. Non si tratta solo di valorizzare il prodotto primario e secondario di un territorio. Si necessita l’unione e la collaborazione tra soggetti come popolazione residente, stake-holders e pubblica amministrazione, i quali presentano necessità ed interessi spesso contrastanti.

La letteratura dell’economia del turismo ci ha dimostrato che a volte sembra quasi impossibile riuscire a trovare un punto d’incontro che possa valorizzare un progetto di CBT.
Il nostro caso di studio, nonostante presenti ancora alcune difficoltà, può essere visto come un esempio di successo. Questa tipologia di struttura ricettiva è divenuta un modello copiato in tutta Italia ed anche all’estero, caratteristiche come l’autenticità del borgo e la possibilità di potersi sentire parte integrante della comunità residente rappresentano elementi essenziali per tutti gli alberghi diffusi nati in seguito a quello carnico.

L’analisi in questione ci ha permesso oltretutto di sviluppare delle considerazioni sulle potenzialità che si potrebbero sfruttare per creare del valore aggiunto al progetto. In primo luogo, la creazione da parte della Cooperativa dell’Albergo Diffuso di maggiori spazi comuni e collegamenti tra le strutture dello stesso, al fine di facilitare gli spostamenti dei turisti ed includere maggiormente le frazioni più isolate, quelle che riscontrano meno benefici dal piano di gestione.

Grazie all’attività di ricerca abbiamo verificato come siano vive e sentite le tradizioni all’interno del territorio e come vengano apprezzate dal turista che si vuole distaccare dal turismo di massa. Per questo aumentare i momenti di scambio e convivenza tra turisti ed attori locali risulta essere un tema sul quale concentrarsi. Dalle fattorie educative alle attività di intaglio del legno, molti sono i progetti che si potrebbero realizzare e che andrebbero a creare benefici sia a livello economico, sociale e psicologico.

Si potrebbe ottenere un ulteriore surplus grazie al supporto della pubblica amministrazione nei confronti delle associazioni nate all’interno del territorio con lo scopo di creare forme di collaborazione tra commercianti e liberi professionisti. La creazione di reti d’imprese porterebbe delle agevolazioni anche a livello comunitario,

l’albergo diffuso di conseguenza diventerebbe il caposaldo del Community Based Tourism offerto dalla regione Friuli Venezia-Giulia.

 

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