Albergo Diffuso: i danni della politica

Sulla storia dei rapporti tra albergo diffuso e politica potrei scrivere un romanzo. O forse un “giallo”.

Da quando non riuscii a convincere nessuno in Friuli a fare una norma decente sull’albergo diffuso,  fino al più recente caso del Piemonte dove volevano mettere una distanza tra le case (cioè le camere) dell’albergo diffuso di 3 km; ed a fatica si è riusciti ad abbassare di poco la soglia (la distanza corretta sarebbe, al massimo, di 200 metri, per una gestione non dispendiosa dell’AD).

Ricordo la vicenda assurda della Regione Puglia che non aveva ancora una norma sull’albergo diffuso e multava i coraggiosi gestori di AD (dei veri pionieri), a causa di un utilizzo – secondo loro – scorretto della definizione di “albergo”, e contemporaneamente inaugurava i centri di accoglienza degli immigrati con il nome di “albergo diffuso” (sic!), infischiandosene delle nostre proteste, cioè della protesta di chi ha pazientemente messo a punto il modello dell’albergo diffuso.

Fino al recente caso della Regione Molise che oggi discute una norma nella quale “albergo diffuso della terza età” (così lo chiamano) è in realtà un ospizio. Anche in questo caso con il danno che ne deriverebbe per gli AD molisani, che operano da anni. E parliamo di una Regione che arriva per ultima in Italia a emanare una norma sull’AD!

Assenza di umilta? O tracotanza della politica!?

E che dire dei comuni che diventano soci degli alberghi diffusi, cioè di organizzazioni imprenditoriali che andranno in crisi non appena cambierà la Giunta, e diventerà Sindaco l’avversario politico di chi ha fatto quella scelta? Che dire di Comuni che gestiscono le prenotazioni (ovviamente non il sabato e la domenica, perchè quei giorni non lavorano), o decidono i listini prezzi?

E che dire di unioni di Comunità Montane che si muovono in Piemonte come se il tema dell’albergo diffuso fosse cosa loro? O della Regione Valle d’Aosta che ha emanato una norma sull’albergo diffuso rifiutando ostinatamente di ascoltarci.

Ecco questo è uno spaccato del mondo nel quale ci troviamo!

Naturalmente lo scenario non è tutto così. In Lombardia, in Campania, in Sicilia, in Sardegna, in Liguria… gli alberghi diffusi sono ascoltati, quando vengono prese decisioni che li riguardano. Il Touring Club e tante altre Associazioni ci hanno sempre sostenuto. Abbiamo una rassegna stampa da primato, e centinaia di giovani hanno scelto l’albergo diffuso come oggetto della tesi di Laurea.

Quello che vorrei sottolineare è che se siamo riusciti a far conoscere a livello internazionale questo modello, come modello italiano, e se sono aperti, e lavorano con soddisfazione, 80 veri alberghi diffusi, vuol dire, tutto sommato, che c’è speranza, che qualcosa di buono si riesce a fare.

Coraggio dunque. Gli alberghi diffusi (veri) vi aspettano quihttp://www.alberghidiffusi.it/

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